Cos’è lo sbiancamento dentale?
Lo sbiancamento dentale è un trattamento estetico molto richiesto; come tale ha ormai assunto una notevole rilevanza sia in ambito privato che in quello professionale. Denti bianchi e sani rappresentano infatti una delle caratteristiche estetiche più ambite e ricercate.
Ma che cos’è esattamente lo sbiancamento dentale? Sotto questo termine rientra, genericamente, qualsiasi trattamento che porta i denti ad apparire più bianchi. La colpa della discromia, in molti casi, è da attribuirsi a caratteristiche genetiche sfavorevoli, al fumo, al passare del tempo e all’assunzione di cibi o bevande particolari, come caffè, liquirizia, tè e coloranti artificiali.
Per riportare il colore dei denti al bianco e alla luminosità di un tempo, è possibile scegliere tra diverse tipologie di trattamenti sbiancanti, rapidi e non invasivi. Sottoporsi a questi trattamenti significa riportare il colore della dentatura all’antico splendore, fino a schiarire leggermente le tonalità conferitegli da madre natura.
Come anticipato, esistono svariati metodi per sbiancare i propri denti. Tale risultato può essere conseguito sottoponendosi a trattamenti professionali nello studio del proprio dentista, effettuando trattamenti combinati (studio dentistico, centro specializzato – casa), oppure adottando i trattamenti domiciliari.
Lo sbiancamento professionale
Ferma restando l’importanza di una detartrasi periodica, ogni 6-12 mesi, è possibile rivolgersi al proprio dentista anche per sottoporsi ad un trattamento sbiancante di odontoiatria cosmetica professionale. La tecnica maggiormente utilizzata si esegue direttamente nello studio dentistico e viene per questo definita “sbiancamento dei denti alla poltrona”. Questa procedura sfrutta l’azione di agenti sbiancanti chimici ad alta concentrazione, potenziati da specifiche lampade che ne favoriscono l’azione in profondità. Il mezzo sbiancante più diffuso è costituito da un gel a base di perossido di idrogeno, che una volta esposto a particolari fonti luminose si attiva liberando ossigeno. Una volta liberato, penetra nella struttura del dente, innescando reazioni di ossido-riduzione che scompongono le molecole delle macchie in composti più piccoli, incolori e facilmente eliminabili.
L’intensità dello sbiancamento dipende dalla concentrazione del principio attivo e dal suo tempo di posa sui denti. In ogni caso, compatibilmente con l’esperienza del dentista, un intervento professionale garantisce il miglior risultato possibile, minimizzando effetti indesiderati come eccessiva sensibilità termica ed irritazione gengivale. Questi disturbi vengono prevenuti alla radice proteggendo le gengive, la lingua e le labbra con presidi utili anche per aumentare il comfort della seduta. Leggere gengiviti tendono comunque a presentarsi al termine del trattamento, salvo poi regredire spontaneamente nelle 24-48 ore successive.
La presenza di carie, tartaro o gengiviti impone una preventiva risoluzione del problema. L’intervento, inoltre, è sconsigliato ai ragazzi di età inferiore ai 14 anni e alle donne in gravidanza o in periodo di allattamento. Dopo la seduta è importante evitare per almeno 24 ore il fumo e l’assunzione di cibi e bevande coloranti.